La segretaria nazionale Fesica Confsal del comparto ceramico, Letizia Giello, ha inviato una missiva ad alcuni membri del governo per sensibilizzarli su alcuni temi ritenuti necessari.
“Sono con la presente a comunicare un parere personale – di chi ha insegnato per quasi 30 anni e di chi è dirigente sindacale prima del settore scuola con lo Snals Confsal e, poi, da oltre 12 anni, del settore dell’industria ceramica con la Fesica Confsal del cui CCNL è firmataria – su due questioni che mi stanno a cuore”. Comincia così la lettera pervenuta a diversi esponenti politici.
“Il buono cultura andrebbe dato, magari raddoppiato, agli studenti meritevoli, quelli che si mostrano responsabili, impegnandosi giorno e notte a studiare e a rispettare gli impegni quotidiani assegnati loro dai docenti delle varie discipline – spiega Giello –. La somma andrebbe assegnata interamente a chi può vantare i seguenti requisiti: una media alta, a cominciare dal 7 e/o 8 e un reddito familiare basso; la somma andrebbe assegnata dimezzata a chi può vantare i seguenti requisiti: una media alta, a cominciare dal 7 e/o 8 e un reddito familiare alto”.
“Il dovere di riportare, nella scuola, il merito al centro del momento educativo non può che spettare ad un governo di cultura liberaldemocratica. Questo faciliterebbe il compito dei docenti, i quali continuano ad essere sottopagati e bistrattati. A questi tocca fare tutto, dal momento che la famiglia – continua ancora Letizia Giello – è in frantumi e necessita essa stessa di supporti; famiglia che non è più in grado di allearsi con la scuola e i suoi docenti, essendo tutta tesa a raccogliere i propri frantumi, a sopravvivere alle mille difficoltà della quotidianità”.
“Inoltre una mia vecchia idea sul congedo parentale, allo scopo di conciliare la maternità con la female labour force partecipation: perché non lasciare che siano le nonne a godere del congedo parentale al posto della figlia/nuora (naturalmente su base volontaria)? La nonna, essendo perlopiù alla fine della propria attività lavorativa, né trarrebbe – dice ancora la segretaria nazionale – giovamento a livello psico-fisico, mentre la figlia/nuora avrebbe la possibilità di rimanere sul posto di lavoro e non vedere sacrificato il proprio percorso lavorativo”.
“La proroga dello smart working al 31 marzo deve includere anche le lavoratrici/lavoratori genitori con figli under 14 anni. Non sacrificate mai le donne: queste hanno bisogno di fare passi avanti, essendo ancora oggi il pilastro delle famiglie. Se non le includerete nella proroga, esse non ve lo perdoneranno mai”, ha concluso Letizia Giello.